Perché agriturismo? “Faccio dell’agriturismo” sarebbe corretto, ma non “vado in un agriturismo”. Vado in un agrituristico, questo si sarebbe grammaticalmente accettabile. Un luogo è turistico, non è turismo. O no?
Questo il dubbio ancestrale che mi perseguitava poche sere fa, dopo il quarto bicchiere di lambrusco biologico e la sesta zanzara (sempre biologica) che veniva a tormentarmi le caviglie ignude.
Agriturismo La Longarola, Lesignano dei Bagni, Parma. Luogo incantevole, edenico, a 20 minuti dal centro della città: circondato da prati punteggiati d’alberi da frutto un bel casale ti accoglie in un’atmosfera che alterna sensazioni bucoliche e molto “terrene” a una compiaciuta aura da comune anni ’70.
Tavolacci apparecchiati all’aperto in mezzo agli orti come fosse la sera del dì di festa, luminarie discrete e gradevoli, menù scritto alla lavagna, cicale e grilli urlano la loro gioia di una nuova estate. Non manca nemmeno un calciobalilla tra gli alberi e qualche poltrona per ammirare la luna. Molto bene, complimenti allo scenografo.
Salumi: eccellenti. Fin da quando gli spessi taglieri stanno per atterrare tra le nostre mani bramose, si rimane inebriati dal loro profumo. Salame nobile e stagionato alla perfezione, buono il prosciutto, grande la pancetta stagionatissima, profumata la spalla cotta. Si potrebbe morirne, accompagnandoli da fragranti panini caldi fatti in casa: la rapidità con cui scompaiono tra le fauci dei commensali ne testimoniano la bontà.
Primi: bene ma con un Ma. La mia (ma non solo) ottusa attaccatura alle ricette del territorio, avrebbe preteso tortelli di erbetta e ricotta, o di patate o persino d’ortica, ragion per cui son rimasto (colpa mia forse) un po’ deluso dalle scelte creative della cucina in merito ai primi.
Cappellacci fatti in casa alle erbe con basilico e pomodorini: delicati, buoni, ma avrei preferito una maggiore consistenza sia nella pasta che nel ripieno.
Tagliatelle con pesto alla siciliana rivisitato: ricetta gustosa, carica di sapori mediterranei, di capperi, acciughe, pomodori secchi. Buone, però mi si perde un po’ il senso dell’agriturismo e del chilometro zero, l’orto, la stalla, il biologico, il bue, l’asinello e le caprette no?
Sui secondi non mi pronuncio, ma ho visto interi piatti di spezzatino scivolare inesorabili verso una fine ineluttabile e nessun lamento da parte dei commensali.
Dolci: sempre fatti da loro, ho assaggiato la sbrisolona e devo dire che ci siamo.
Carta dei vini: tante le proposte di cantine del territorio poco conosciute, buoni i lambruschi bio, come la malvasia, il gutturnio fermo e le birre artigianali, 10 euro di media per una buona bottiglia.
Qualità prezzo: 30 euro per gli abbondanti antipasti, due primi, vini, caffè e grappa, sono a mio parere un onesto compromesso. Comprendo anche le difficoltà digestive dei crapuloni che hanno aggiunto al predetto anche un secondo e sono immediatamente dimagriti di 50 euro…
Vero è che siamo lontani dalle metropoli e dagli esorbitanti affitti dei centri storici, ma è anche vero che difficilmente la professione del ristoratore viene fatta per beneficienza e che il “fatto in casa”, mi dispiace per gli inguaribili romantici, lo si paga. A volte forse un po’ troppo.
Dolce e chiara è la notte e senza vento,
E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti
Posa la luna, e di lontan rivela
Serena ogni montagna…
La Longarola
Strada Bassetta 13, 43037 Lesignano de’ Bagni
Tel. 0521 350520
Rispondi